Questa pagina ha un duplice scopo: farmi conoscere meglio dai miei alunni e mettere a disposizione dei miei vecchi allievi (ed amici) alcune delle foto delle squadre, sia di calcio che di pallavolo, che ho allenato nel corso della mia lunga carriera, oltre ad altre foto che mi costringono a ritornare indietro (alcune molto indietro) nel tempo. Cercherò anche di collegare le foto con qualche mio pensierino. Non aspettatevi cose strane perché rimarreste delusi.
Sono nato il 5 dicembre 1941, in un periodo di povertà e di fame notevoli. Mia madre aveva la terza elementare (per quei tempi equivaleva ad un diploma), mentre mio padre aveva conseguito la licenza elementare e solo a 45 anni decise di prendere la licenza media.
Ricordo che della mia classe di quinta elementare solo tre ragazzi passammo alla scuola media e dalla terza media andammo in cinque al superiore. A quei tempi già a 10 anni si andava a lavorare ed i figli dovevano contribuire al mantenimento delle famiglie. Non c’era la televisione, la playstation ed internet non esistevano ed i nostri passatempi si svolgevano in strada con giochi di gruppo dove la componente femminile era assolutamente sconosciuta (e sicuramente non per colpa nostra). Volete conoscere i nomi dei nostri giochi? Ammuccia ammuccia, pani iancu e tocca a mamma, u trenu longu, u fazzulettu, caricabbotti, a cavallina, i ligna, i ciappeddi, i nuciddi, u scussuni, i tuppettira, a sciancateddu, i puspiri (o muru, a pammatedda, a pà), con le monete (a megghiu visula, a ‘ncugna, a ‘ntappa), ed altri che in questo momento non ricordo: giochi d’astuzia, di abilità, di precisione e di forza, rigorosamente all’aria aperta, con il massimo rendimento e con la minima spesa.
Giocare a calcio comportava il possesso di una palla, e questo, per quei tempi, non era assolutamente facile. Chi la possedeva comandava il gioco, decideva chi giocava e chi no e molte volte anche i ruoli.
Tutto questo con gli amici del quartiere, poi c’era l’oratorio dove si trascorrevano le serate con altri amici ed altre persone. La parrocchia di Santa Maria della Guardia era il centro di aggregazione serale: c’era il ping-pong, il calcetto, la carambola, il funghetto, e poi la dama, gli scacchi, il tretre, il domino e qualche volte si poteva anche giocare a carte con i più grandi. Spesso preparavamo anche delle recite.
Una di queste, che ottenne anche un ottimo successo, fu il “Ma chi è?”, operetta comica di Marcello Cagnacci per soli maschi, considerando che a quei tempi in parrocchia non era permessa alcuna promiscuità con le ragazze. Sotto la regia di Padre Giorgio Catania, nostro Assistente Spirituale dell’Azione Cattolica, fummo impegnati quasi tutti i ragazzi e i giovani della Parrocchia.
In quegli anni facevo anche pesca subacquea (rizzi e occh’i voi a fetiri) e nuoto agonistico con la Libertas Picanello. Il mio stile era la rana ed i risultati erano abbastanza discreti.A Catania non esistevano piscine, ci si allenava quindi a mare, quando il tempo lo permetteva e senza alcuna interruzione. Da gennaio a dicembre, qualsiasi giornata di sole era buona per allenarsi o semplicemente per fare il bagno (le foto sono del 14 dicembre 1961). Per allenarci facevamo “il triangolo” San Giovanni Li Cuti (oppure Lido Longobardo, l’attuale Battigia) – Scogghiu ‘a vacca – Timpa, con i più bravi che riuscivano a farlo due volte: non era assolutamente una fatica da poco.
Nell’estate del 1960 come premio per il conseguimento del mio diploma di geometra ed approfittando della presenza a Roma di un mio zio, partii per seguire le OLIMPIADI (19 anni e per la prima volta attraversavo lo stretto di Messina!!!!!!!!!). Fu un’esperienza entusiasmante e decisi che al mio ritorno a casa avrei provato a fare uno sport seriamente. In quel periodo il C.U.S. (CENTRO UNIVERSITARIO SPORTIVO), con sede in via Etnea sopra la pasticceria Savia, lanciò una leva di pallavolo e di basket ed io mi presentai.
Il prof. Luciano Abramo, allenatore della squadra di pallavolo, mi fece capire che non era il caso e che il mio livello tecnico non permetteva un inserimento nella sua squadra. Gli allenamenti si facevano in piazza Spedini, all’aperto, in uno spiazzo dove, qualche anno dopo, sarebbe nato il palazzetto dello sport. Fallita la pallavolo provai nel basket, dove fui tranquillamente preso. Di quella esperienza ricordo la prima partita con la Grifone (poi GAD Etna) persa 73 – 14, poi più nulla: deve essere stata abbastanza scioccante e la rimozione è stata completa.
In quel periodo litigai anche con i dirigenti della parrocchia (onestamente non avevo un carattere molto diplomatico) e quindi mi trasferii a San Giuseppe in Ognina, dove feci amicizia con altre persone.
Il trasferimento durò poco. Pur mantenendo le mie amicizie, ritornai a Santa Maria della Guardia, dove divenni Direttore Sportivo, con la responsabilità di tutta l’attività sportiva, interna ed esterna, della parrocchia.
Italo Rapisarda, Tano Gioeni e Mario Albarosa – 14/12/61 – Lido Longobardo (attuale Battigia) quando la spiaggia era costituita solo da sabbia vulcanica.
Nel 1961, in occasione del GREST, vennero inaugurati dei nuovi locali, con un cortile interno dove potevano svolgersi anche dei campionati di calcetto.
QUELLI DELLA GUARDIA 1960 o poco più…Un’anteprima con festa di SANT’AGATA, dove partecipa Mons. Costantino Trapani, da poco nominato Vescovo, seguite da scene di vita parrocchiale di quegli anni.
Posted by Italo Rapisarda on Domenica 24 gennaio 2010
Nel dicembre del 2008 ho incontrato Nello Scuto, nel suo negozio di articoli sportivi (Moda e Sport, sito nel Viale della Libertà di fronte a via Gorizia), che mi ha messo a disposizione le foto seguenti.
Le 16 foto seguenti sono state aggiunte il 31 dicembre del 2008, per metterle a disposizione degli amici che si vogliono rivedere e che vogliono scaricarle
Nelle estati di quel periodo l’Azione Cattolica della parrocchia Santa Maria della Guardia organizzava un campeggio a Milo (ed una volta anche a Nicolosi). Si utilizzavano dei locali scolastici oppure si faceva sotto le tende. Io personalmente ne ho fatti almeno un paio.
Le foto che seguono si riferiscono ad un campeggio a Milo nel luglio del 1961 e brillano per la mia assenza. Probabilmente avevo iniziato a lavorare.
Gita sull’Etna (A cuncazza) – Si riconoscono: Enzo De Maio – Jimmy Firenze – Antonio De Maio – Toni Raimondo
In alto: Silvio Signorelli – Jimmy firenze – Nicola Romano – Cugino Girolamo –
Nel mezzo: Nello Scuto – Alberto Raimondo – Dino Bonelli – Nunzio Ardita –
Gaetano Gioeni – In basso: Nunzio Gioeni – Augusto Rapisarda – Francesco Marchese –
Nicola Romano – Silvio Signorelli – Toni Raimondo – Nello Scuto
Operazione obluzioni varie alla fontanella: in alto si riconoscono Alberto Raimondo e Nunzio Gioeni, sugli altri molte incertezze.
Nello Scuto che si “abbrancica” con molta facilità.
Nello Scuto – Silvio Signorelli – Antonio De Maio Augusto Rapisarda – Nunzio Ardita
Toni Raimondo – Nello Scuto – Non lo vado bene – Jimmy Firenze – Silvio Signorelli – Antonio De Maio
E adesso torniamo a noi…
Il 1962 fu l’anno della svolta. Nel mese di maggio, in occasione di una sagra del C.S.I. a Pedara mi misi in luce dando la mia collaborazione, ed alla fine della manifestazione mi fu proposto, dal presidente Salvatore Caruso di entrare a far parte della loro organizzazione, cosa che accettai con assoluta convinzione (notare la cacofonia della frase).
Nel mese di giugno mi fu proposto di partecipare ad un corso per diventare allenatore di basket e, viste le mie capacità tecniche (sic!) pensai fosse la cosa più opportuna. Prima dovetti superare l’ostilità di mio padre (ero ancora senza lavoro e proprio in quei giorni dovevo sostenere un colloquio) e, quando finalmente riuscii a convincerlo, arrivò la sorpresa: al corso allenatori di basket sarebbe andato Puccio Corona (attuale giornalista RAI), sicuramente più bravo e capace di me, però, se volevo, c’era un posto per allenatore di pallavolo… Conoscendo mio padre, e pensando alle risate che si sarebbe fatto se non fossi partito, accettai. Fu un’esperienza favolosa che solo il C.S.I poteva farci fare: non solo sport (che in ogni caso ci impegnava per 6-7 ore giornaliere), ma giochi, divertimenti, recite ecc. ecc. il tutto attorniati da preti e frati che ci davano, in maniera egregia e per niente pesante, il loro apporto spirituale.
All’inizio ci divisero in quattro gruppi: gli atleti di serie nazionale, quelli di serie regionale, quelli che avevano fatto pallavolo a scuola e, incredibile ma vero, quelli che non avevano mai visto un pallone di pallavolo. Io fui inserito nel terzo gruppo, ma dopo un paio di giorni passai nel secondo dove rimasi sino alla fine. L’allenatore capocorso era il prof. Franco Anderlini (allenatore della Nazionale A, della nazionale Iuniores e vincitore di un’infinità di scudetti), una persona veramente eccezionale, coadiuvato da altri allenatori, tra i quali Fabio Rocca, palermitano, primo pallavolista siciliano ad indossare la maglia azzurra. Superai il corso a pieni voti. Non lo sapevo ancora, ma avevo seminato qualcosa che mi avrebbe consentito in futuro di fare il lavoro della mia vita.
Foto di gruppo degli allenatori partecipanti al corso CSI di Acerno (SA) – Luglio 1962
Il prof. Franco Anderlini è l’ultimo a destra
Il titolo di “aspirante allenatore” (era il primo livello) non mi dava assolutamente la capacità tecnica e me ne resi conto subito, inoltre non sapevo come selezionare i ragazzi.
Nel frattempo avevo cominciato a lavorare seriamente: ore 7.00 in cantiere (ero geometra), ore 9.00 in ufficio a progettare e disegnare, con pausa pranzo dalle 13.30 alle 16.30 e poi ritorno in ufficio fino alle 19.30. Sicuramente non avevo molto tempo per allenare.
Poi, tramite il C.S.I., conobbi il dott. Tantillo, presidente della C.A.S.T. (Cultura-Arte-Sport-Turismo), che mi procurò un posto dove allenare ed un gruppo misto di ragazzi e ragazze. Gli allenamenti si svolgevano dalle 15.00 alle 16.00 nel cortile della scuola media “A. Manzoni” in via Plebiscito.
Provate a pensare: un allenatore assolutamente incapace (ero io), un gruppo di una ventina di ragazzi/e scelti senza alcun criterio, un solo pallone per tutti (pensare di averne di più era un sogno). L’esperienza fu, a dir poco, allucinante. Non si vedevano progressi e il tutto diventava un passatempo per gli allievi ed una sofferenza per me. Come avrei avuto modo di scoprire in seguito, la pallavolo era sicuramente un’altra cosa.
Nell’estate del 1963 ci fu un’ulteriore svolta: mi offrirono di fare l’allenatore di calcio (non ‘cci ‘nnerunu scecchi ‘a fera….). Praticamente era come proporre ad un portantino d’ospedale di fare il primario perché frequentava i locali; io avevo qualche esperienza di preparazione fisica, andavo da diversi anni a vedere le partite del Catania allo stadio, avevo arbitrato qualche torneo… e quindi fui pronto per l’avventura con la STELLA AZZURRA.Ed ora una parentesi. Come avevo detto sopra un altro mio pallino era stato ed era il NUOTO: ero un ranista scarso ma anche in quel caso la mia esperienza di “persona più grande” servì per farmi utilizzare dalla mia società e precisamente la LIBERTAS PICANELLO. Più che altro facevo l’accompagnatore e mi limitavo a dare qualche consiglio. Non avevo foto di quel periodo, ma grazie al contributo di ANTONIO ARRIGO, nuotatore e pallanotista, sono riuscito ad ottenerne qualcuna che mi limito ad aggiungere senza commenti o quasi. (23/01/07)
1962 – Premiazione Libertas Picanello – In alto al centro Gaetano Tutone e Gaetano Gioeni – Da sinistra Rossetti – Sergio Alibertini – Anna (?)- Lino Grasso – Paola Alibertini – Giacomo Lanzanò (perichiummu)- Lombardo – Saia – Forlì – Accosciati: Antonio Arrigo – Pippo Migliore
17/08/1964 – Plaia – Squadra All. Libertas Picanello – Delfino Bergamo – Giacomo Lanzanò
Rino Malato – Mario Garozzo – Melo Strano. Accosciati: Salvo Forlì – Sapuppo (?) – Antonio Arrigo
1964 – In traghetto per una trasferta – in alto: Strano – Antonio Arrigo – Sapuppo –
Gaetano Gioeni – In basso: Salvo Forlì – Rino Malato – Mario Garozzo – Antonio Lanzanò – Melo Strano
Un po’ sfocato ma sono io – Mario Garozzo – Melo Strano – Rino Malato – Giacomo Lanzanò
In basso: Salvo Forlì – Orazio Strano – Sapuppo (?) – Gaetano Gioeni – Col pallone Antonio Arrigo
Boccafoschi – Strano – Salvo Forlì – Enzo Aidala – Lino Grasso – Antonio Arrigo – Ermanno Scaduti
accosciato Pippo Migliore
1965 – RC -Antonio Arrigo – (?????) – Sapuppo (?) – Vinciguerra – Mario Garozzo – Basset – Pace
1966 – Trofeo Villa Cardì (lido mitico ad Ognina) – Enzo Aidala – Tosto –
Antonio Arrigo – Gaetano Garozzo – Gino Grasso – Giancarlo Crupi
La cosa che dà da pensare e che molti di questi nuotatori facevano anche calcio e pallavolo e con ottimi risultati. Nel 2007 la cosiddetta “shit’s generation” alla quale ho il piacere di insegnare Educazione Fisica neanche si sogna di fare e non vi dico i problemi quando devono partecipare ad una gara di 1000 metri.
CALCIO 1963_64 1964_65 1965_66 1966_67 1967 68 1968_69 squadre da catalogare
PALLAVOLO 1966/68 1968/71 1971/76 1976/77 1977/82 Lib. S._C._1982/83
Lib_S._C,_1983/86 Lib._S._C._1986/88 Lib._S._C. 1987_88 Seconda_Fase